La Mostra

La mostra fotografica

Escono dall’Archivio Storico del Museo Pinacoteca della Santa Casa di Loreto, le immagini dei pellegrini. Volti, sguardi, azioni che i fotografi locali e gli stessi pellegrini hanno prodotto e realizzato con un verismo ed una puntuale capacità di cogliere quella realtà concreta e spirituale, drammatica e gioiosa che si esprime nel giungere alla meta. Arrivavano a Loreto a piedi. Chi con le scarpe, chi senza. Il viaggio era lungo. Le strade difficili, il cammino impervio. Era un pellegrinaggio che durava giorni…al Santuario di Loreto si andava con le valigie, le sacche, le sporte, il pane e l’acqua. Contadini segnati dal sole e dalla fatica, giovani coppie che ringraziavano dopo le nozze, anziani disposti a morire lungo il percorso, madri con bimbi neonati, migliaia e migliaia di persone sofferenti, trasportate su barelle da campo, su trattori, e poi chi sull’asino e chi sul mulo. Erano gli anni Trenta, gli anni del fascismo, a Loreto si riversavano schiere di pellegrini sempre più folte e i primi “treni bianchi” degli ammalati, qui deviati dopo il divieto di Mussolini che aveva proibito i viaggi di preghiera a Lourdes. Anni di fame e di guerra. Le foto vanno dagli anni 1925-1930 fino al 1970, con i pellegrinaggi organizzati in arrivo da tutto il mondo, quasi a voler sancire una demarcazione tra il pellegrinaggio tradizionale e quello che è poi diventato, a partire dagli anni ottanta, fenomeno di massa e multimediale, nonché evento televisivo con forti risvolti turistici. Il taglio antropologico e documentaristico consente di capire come sia cambiata la devozione popolare e come sia cambiata l’Italia in cinquanta anni. Molti grandi hanno fotografato Loreto e i pellegrini: dal marchigiano Mario Giacomelli, a Gianni Berengo Gardin e Antonio Biasucci. Ma queste immagini nella loro sintetica semplicità rappresentano la devozione popolare con grande naturalezza, senza artifici interpretativi o tecnici, con affettività e rispetto dei sentimenti e in alcuni casi del dramma di chi si mette in cammino per chiedere una grazia o una guarigione, o solo per pregare. Quanto mai asciutto ed intenso è lo sguardo di questi fotografi di paese che hanno scritto silenziosamente un affascinante percorso storico. La mostra è curata da Gabriella Papini con la collaborazione di Floriano Grimaldi e di Massimo Di Matteo.

Il Santuario della Santa Casa di Loreto

Loreto, cinta da mura cinquecentesche, è sorta e si è sviluppata intorno al Santuario della Madonna di Loreto che custodisce la Santa Casa. E’ una cittadina delle Marche in provincia di Ancona, posta su un colle a 127 metri di altezza, dominante il mare Adriatico, fra le valli dei fiumi Potenza e Musone. Con una estensione di 17 Kmq ha una popolazione di circa 12.000 abitanti. La casa della Madonna era formata da tre pareti, che si venerano qui a Loreto, addossate ad una grotta scavata nella roccia, che si trovano nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth. La tradizione popolare racconta che nel 1291, quando i crociati dovettero abbandonare definitivamente la Palestina, la Casa in muratura della Madonna fu trasportata, “per ministero angelico”, prima in Illiria, a Tersatto, e poi in territorio di Recanati su un colle di lauri, nella notte tra il 9 ed il 10 Dicembre del 1294. Oggi, a seguito degli studi compiuti ed ai documenti ritrovati, si può affermare che le “Sacre Pietre” vennero salvate dai crociati da sicura distruzione e trasportate per mare, su nave, dopo la cacciata dei cristiani dalla Terra Santa da parte dei musulmani. Forse gli autori del salvataggio delle tre pareti della Santa Casa furono i componenti della nobile famiglia bizantina Angeli, signori dell’ Epiro. Gli studi condotti sulle pietre della Santa Casa ne confermano l’origine palestinese. Gli scavi archeologici effettuati sotto la Santa Casa hanno evidenziato che essa non ha fondamenta proprie e poggia su una pubblica via. I raffronti tecnici e architettonici dimostrano, inoltre, che le tre pareti ben si rapportano con la grotta custodita a Nazareth. Loreto è da secoli meta di milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Il Santuario e il Museo Pinacoteca raccolgono immensi tesori d’arte.